L’infiammazione cronica silente come nemico: è sempre davvero così?

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Oggi l’infiammazione è considerata alla base della maggior parte delle patologie. Tuttavia, il processo infiammatorio in sé rappresenta un meccanismo di difesa naturale, attivato dal nostro organismo per proteggerci da agenti esterni come virus e batteri, oppure da danni di tipo chimico o fisico

Si tratta di una risposta del sistema immunitario che ha lo scopo di individuare ed eliminare la causa del danno, preservando così l’integrità dei tessuti e delle cellule.

Tipologie di infiammazione: acuta e cronica

L’infiammazione può essere classificata in due principali tipologie, a seconda della sua intensità e della durata nel tempo:

  • Infiammazione acuta: caratterizzata da un’esplosione improvvisa e intensa, spesso accompagnata da dolore evidente.
  • Infiammazione cronica: di grado più lieve ma persistente, spesso priva di sintomi dolorosi e quindi più difficile da riconoscere.

Se l’infiammazione acuta rappresenta un segnale d’allarme chiaro e immediato che il corpo ci invia, quella cronica è più insidiosa: viene infatti definita un “killer silenzioso”, perché può agire per lungo tempo in modo nascosto, danneggiando progressivamente i tessuti e contribuendo allo sviluppo di patologie anche gravi.

Infiammazione cronica di basso grado: quali sono i fattori di rischio?

Tra i principali fattori che favoriscono l’insorgenza dell’infiammazione cronica di basso grado si riconoscono elementi legati allo stile di vita e all’ambiente

Tra questi: 

  • la sedentarietà
  • lo stress cronico
  • un sonno disturbato o di comunque di scarsa qualità
  • la disidratazione,
  • un’alimentazione poco equilibrata

In particolare, un’eccessiva assunzione di cibi industriali, ricchi di zuccheri e sale, unita a una dieta monotona e povera di nutrienti, può contribuire in modo significativo a mantenere attivi i processi infiammatori nel tempo.

Come si può intervenire da un punto di vista nutrizionale?

È fondamentale affidarsi a un professionista che possa guidarci nella scelta degli alimenti più adatti alle nostre esigenze

Un esperto non solo ci aiuterà a prendere decisioni più consapevoli, ma ci farà anche riflettere sui principali errori che spesso commettiamo, magari anche senza rendersene conto

Inoltre, sarà in grado di supportarci nella creazione di un piano per ristrutturare le nostre abitudini alimentari, fornendo informazioni educative pratiche che, se seguite con costanza, potranno portare a miglioramenti tangibili e immediati nella nostra salute.

Alimentazione per combattere l’infiammazione

Ad esempio, è fondamentale ridurre il consumo di zuccheri semplici, che si trovano in dolci, bibite, prodotti industriali come barrette e cibi con farine bianche troppo raffinate

Questi alimenti, se consumati in eccesso, possono favorire l’insulino-resistenza e scatenare allergie e intolleranze legate a infiammazioni causate dal cibo

Un altro aspetto cruciale è variare le fonti proteiche nella dieta, privilegiando cibi naturali e non processati, come carni bianche e pesce fresco (meglio se non impanati, pre-fritti o comunque semilavorati), uova biologiche, pochi formaggi e limitando al minimo i salumi, che sono alimenti altamente processati e ricchi di sale e conservanti, sostanze antinutrienti. 

Verdure, frutta e Omega-3: tre grandi pilastri

Verdura e frutta di stagione dovrebbero essere distribuite durante la giornata, sia nei pasti principali che negli spuntini, per assicurare un apporto costante di antiossidanti e minerali essenziali.

Un altro punto fondamentale è l’integrazione con omega-3, un potente antinfiammatorio naturale

Inoltre, è cruciale mantenere una corretta idratazione, bevendo almeno 2 litri di acqua al giorno, oppure calcolare il proprio fabbisogno idrico ideale utilizzando la seguente formula: “peso in kg x 3 : 100”.

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